Nazionale

Sport e diritti: l'Uisp al fianco di Valentina Petrillo

L'Uisp in campo con il tesseramento Alias. Il 17 giugno a Bologna anteprima del docufilm 5 Nanomoli al Biografilm Festival. Parla M. Claysset

 

La storia di Valentina Petrillo, atleta paralimpica e prima atleta transgender ad indossare la maglia della nazionale italiana in una competizione internazionale è al centro del film documentario “5 nanomoli - il sogno olimpico di una donna trans”. Il film è stato diretto da Elisa Mereghetti e Marco Mensa e prodotto da Ethnos (Bologna) in collaborazione con l'Associazione Gruppo Trans APS e la produzione giapponese Daruma Inc., con il supporto del Fondo Regionale per l'Audiovisivo della Regione Emilia-Romagna. L’Uisp nazionale ha dato il suo patrocinio al film ed è stata accanto a a Petrillo, fin dall’inizio della sua battaglia: “Come Uisp abbiamo patrocinato il film e seguito un percorso durato alcuni anni, dando a Valentina un supporto importante - racconta Manuela Claysset, responsabile Politiche di genere e diritti Uisp - Grazie all'esperienza del tesseramento Alias, che l’Uisp ha adottato a partire dalla stagione sportiva 2017-2018, abbiamo indicato ad altre organizzazioni sportive come aprire le attività sportive alle persone trans, come abbiamo fatto con il tesseramento Alias”. 

Il film verrà proiettato in anteprima sabato 17 giugno alle 21.30 a Bologna, nell’ambito del Biografilm Festival 2023 - Sezione Eventi Speciali (Chiostro di Santa Cristina, piazzetta Morandi). Il documentario ripercorre la doppia sfida di Valentina: quella di persona e atleta ipovedente per via della Sindrome di Stargardt e quella atleta transgender, la prima in Italia a gareggiare nella sua categoria di elezione, quella femminile, facendo da apripista sulla questione della partecipazione delle persone transgender nello sport, oggi oggetto di dibattito pubblico, grazie anche alla sua battaglia personale. Il titolo del docufilm, infatti, prende le mosse proprio dai 5 nanomoli di testosterone per litro di sangue, che rappresenta la soglia massima consentita dalle autorità sportive (World Athletics 2019) affinché le donne trans possano gareggiare nella categoria femminile.

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“A un certo punto sono scoppiata - ha raccontato Valentina ai microfoni del Giornale Radio Sociale in un’intervista del settembre 2020, alla vigilia dei Campionati paralimpici di Jesolo - non ce l’ho fatta più a vivere una vita che non era la mia e ho deciso di intraprendere il percorso di transizione. La stessa cosa è successa nello sport: piuttosto smetto di correre, mi sono detta, ma non sono più disposta a violentarmi per correre tra gli uomini. Io amo correre, mi piace la corsa veloce e l’emozione che mi dà: da ipovedente le gambe rappresentano la mia sicurezza, e la corsa è il momento in cui mi sento più libera e sto bene con me stessa. Per me correre è una necessità, amo partire dai blocchi, sentire lo starter, l’emozione di essere tutti sullo stesso blocco per gareggiare insieme. Al via nella categoria donne io sono al mio posto, è lì che devo stare”.

“La storia di Valentina è un esempio dell'impegno Uisp per i diritti delle persone - prosegue Claysset - Confermato anche in questo mese particolare, caratterizzato dai Pride che si stanno svolgendo su tutto il territorio italiano e che vede la presenza della nostra associazione in molte città. Dirigenti e volontari Uisp saranno alle manifestazioni, per riaffermare il nostro impegno per i diritti. Un impegno che continua nella promozione delle attività, nelle iniziative, nei progetti, per promuovere uno sport che sia attento, accogliente, a misura di ogni persona, sempre di più per tutti, per tutte, per tutt*”.